Panorama delle colline di Gavi di Monterotondo
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L’estremo angolo sud orientale del Piemonte dove sono coltivati i vigneti del “Gavi” o “Cortese di Gavi” costituisce una frontiera fisica e geologica dove si incontrano la grande pianura e la montagna, i terreni alluvionali e gli affioramenti di epoche remote. Il terroir del Gavi dal punto di vista geologico si divide in tre fasce, che incidono sulle caratteristiche del vino come del paesaggio. Le terre rosse sono originate dalla ferrettizzazione delle ghiaie miste ad argilla antichi depositi alluvionali. Si trovano a nord di Gavi, verso Tassarolo e Novi. Qui le colline sono più dolci e le vigne si alternano a boschi di quercia e robinia. La fascia centrale, che affiora su una linea che unisce Serravalle a Gavi e San Cristoforo, vede un’alternanza di marne e arenarie. Sono i terreni di Monterotondo e dei vigneti alle falde della splendida foresta del monte Mesima. La parte meridionale, che si fa più ripida per l’approssimarsi dei rilievi dell’Appennino, è composta da marne argillose bianche la cui origine marina è evidente anche per la presenza di numerosi fossili. Il territorio fa parte del “bacino terziario del Piemonte” che comprende varie formazioni stratigrafiche della serie oligo-mio-pliocenica. In particolare, le formazioni caratterizzanti sono le “Marne Serravalliane”, terreni particolarmente adatti al vitigno cortese perché in grado di esaltarne le qualità.