Le case di terra cruda in Frascheta
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In Frascheta come nella pianura di Marengo da sempre la terra è stata utilizzata dai contadini per coltivare ma anche per costruire le proprie case, utilizzandola così comè, naturale, a crudo. Qui la terra ha il colore rosso dell'argilla per la forte presenza di minerali di ferro al suo interno. La tecnica impiegata, chiamata pisè, si basa sulla realizzazione di murature con terra umida, compattata con appositi pestelli in legno, dentro casseforme sempre in legno. Sono le case più antiche rimaste a testimonianza della tecnica costruttiva tipica della civiltà contadina di questo territorio e qui, utilizzata fino agli anni '60, quando ancora nelle cascine “si batteva terra”, aiutandosi gli uni con gli altri, come si faceva per tutti i lavori della campagna. L'uso delle tecniche del crudo e' antichissimo: la storia ci tramanda resti di edifici gia' in eta' pre e protostorica. In Africa ed in Spagna l'uso della tecnica della terra battuta è testimoniato da Plinio il Vecchio nel suo trattato (N.H. XXXV) in cui descrive le murature in terra battuta, denominandole “formaceos” perché costruite per mezzo di casseforme lignee, riempite di terra. In questo territorio non è tuttora chiaro a quale periodo si può far risalire la comparsa dei primi edifici. Una ipotesi potrebbe essere che ad introdurla siano stati i Galli ovvero i Celti provenienti dalla Gallia celtica (attuale Francia), nel IV sec. a.C. La zona della pianura di Marengo “centuriata” dai romani a partire dal II sec. a.C., era l'agro romano dell'importante città di Dertona destinata ai legionari romani che deposte le armi diventavano contadini coloni. Forse anche le umili case dei coloni romani potevano essere costruite con muri formàcei? Ciò potrebbe spiegare il motivo per cui ad oggi non si sono rinvenute in zona tracce in elevato di murature di case coloniche romane. Il documento più antico ad oggi rinvenuto in zona testimonia l'uso della terra cruda già nell'anno 1493, in cui viene descritta la vendita di una casa in terra battuta, con tetto di legno e paglia. Anche le case stesse in terra battuta recano spesso delle mattonelle murate sulla facciata in cui è impressa la data di costruzione dell'edificio. Le datazioni ancora visibili su molti edifici si riferiscono ai sec. XVII, XVIII e XIX. La tecnica della terra battuta veniva trasferita da una generazione all'altra con la pratica ed il lavoro. Normalmente alla costruzione della casa partecipava tutta la famiglia, con compiti diversi, consentendo a tutti di apprendere i principali rudimenti di questa tecnica di autocostruzione.