Centro storico di Piovera
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La storia di Piovera affonda le sue radici già nei gruppi di Cristiani sfuggiti alle persecuzioni di Nerone (70 d.C.).
Ma è solo nell'arco dei quattro secoli successivi, prima del crollo dell'Impero Romano, che molti uomini della plebe di Roma ed ex-appartenenti alle legioni imperiali vengono qui per incrementare la produzione dei beni per l'immenso stato e per presidiare la terre dell'Impero, sempre meno sicure.
Infatti, dopo la caduta dell'impero Romano, e più precisamente dal 480 al 770 circa, il Paese della "Plovara" - come era denominata questa regione - attraversa momenti assai difficili: la zona ospita forti contese tra i Longobardi e i Franchi di Carlo Magno.
Carlo Magno espugna la città, nel 774, e a contribuire alla nascita del "Castrum" di Piovera attorno alla cui fortezza si sviluppa il centro abitato. Il castello di Piovera, insieme a quello di Rivellino, viene potenziato nei secoli, specie durante il Ducato di Milano e fino al periodo dei Comuni (1024-1313), quindi subentrano i nobili, cui susseguono la dominazione spagnola prima e il regno sardo-piemontese poi.
Nel borgo meritano una vista l’antico arco che incorporava la porta di accesso al Borgo Medioevale, l'Oratorio della Confraternita che sorse tra il 1650 ed il 1750, a pianta a croce greca, costruito con la collaborazione di tutta la popolazione e naturalmente il Castello.
L'attuale castello di Piovera è una poderosa costruzione in cui si fondono assieme l'antico ed il moderno. Esso è il risultato di radicali trasformazioni, avvenute nel corso dei secoli, dell'antico "Castrum Pioperae", citato nei manoscritti a partire dal decimo secolo.
Le origini del maniero risalgono ai tempi di Carlo Magno e la sua funzione era -quasi unicamente- quella di garantire la sicurezza delle vicine vie di comunicazione e di proteggere le popolazioni della zona dai predoni.
In seguito la fortezza fu avamposto del feudo locale, al confine con altri feudi bellicosi esistenti al dilà del fiume Tanaro.
La struttura originaria del fortilizio, nato solo con requisiti di solidità e di efficienza militare, venne totalmente rivoluzionata nel corso dei secoli, a seconda delle necessità vigenti.
In particolare durante il periodo della dominazione spagnola (1500-1600) l'opera di trasformazione del forte fu radicale, dovendosi adattarlo a residenza marchionale. Molti restauri e modifiche alle strutture del Castello si resero necessarie anche in conseguenza delle distruzioni belliche del secolo diciassettesimo. Varie volte esso fu occupato militarmente: ad arrecargli i maggiori danni furono i franco-savoiardi, i quali, nel novembre 1653, per nove giornate lo saccheggiarono ed infine lo incendiarono unitamente alle case del borgo.
Tra le opere murarie del Castello l'unico manufatto rimasto in parte allo stato d'origine è la torre situata nell'angolo Sud-Est: intorno al 1950 minacciava di sfasciarsi nel corpo centrale e crollare, ma se ne scagionò il pericolo provvedendo a rinforzare e cinturare di ferro le sue strutture traballanti.