Centro storico di Gavi
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Le cronache tramandateci parlano di un'antica Gavi in lotta con Roma, poi da questa conquistata. Si cita l' esistenza di un "castello" sulla vetta della roccia di Gavi: in esso, la leggenda vuole che trovasse rifugio dai suoi persecutori la principessa Gavia.
Caduto l'Impero Romano, Gavi rimase d'ambito bizantino, poi franco.
Il ritrovamento di resti di armi arabe documenta la presenza dei Saraceni (X secolo): da allora la parte est del monte è denominata appunto Monte Moro.
Notizie storiche certe sul Castello di Gavi si hanno verso l'anno Mille. In quel periodo Gavi apparteneva alla famiglia degli Obertenghi. Da questi discese il ramo di marchionato che dal XII secolo assunse il titolo 'di Gavi'. Contornata da potenze in netto sviluppo, il vasto comune di Tortona, il Marchesato Aleramico e Genova, e in posizione commercialmente strategica, vide svilupparsi la sua potenza e diventare pedina ambitissima. Si trovò spesso al centro di dispute e di allenze, godendo di un periodo sereno solo durante il dominio dell'imperatore di Svevia Federico I, noto come Federico Barbarossa, legato da parentela ed amicizia ai marchesi di Gavi ed in possesso di una torre sul Castello in cui soggiornò più volte. Alla morte del Barbarossa (1190) le sorti del marchesato di Gavi andarono sempre più declinando fino a quando il 16 settembre 1202 con atto ufficiale, passarono ai Genovesi il borgo, il castello e la curia. Da allora le vicende di Gavi e del suo Forte sono strettamente collegate a quelle della Repubblica di Genova. Il centro storico di Gavi è di chiara impronta ligure. Ne sono un esempio i palazzi storici con le facciate dipinte in colori forti e l'utilizzo della pietra a blocchi nelle tecniche costruttive di tutti gli edifici più antichi. Tra i palazzi storici merita una visita il Palazzo municipale, in cui risiedevano ab antiquo i Consoli e il Podestà, che amministravano la cosa del Comune. Non si sa nulla della sua data di fabbricazione, e certamente attraverso i secoli subì numerosi rimaneggiamenti. Esiste ancora nel portico lo stemma comunale (scudo a tre fasce) che era impresso anche sulle tre porte del Borgo: Pedaggio, Borgonuovo e Chiappa. Nel centro del borgo si possono trovare numerosi ristoranti e caffetterie dove degustare i rinomati amaretti di mandorle dalla ricetta segreta accompanati da un calice del prestiioso Gavi docg.