Abbazia di Rivalta Scrivia

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Il complesso di Rivalta Scrivia venne costruito fra il 1180 e la metà del 1200 e fu intitolato a Santa Maria. Il monastero rispetta sia in pianta che in alzato i dettami della regola cistercense, sanciti da San Bernardo, che prevedeva estrema semplicità e linearità delle forme, basata sul modulo del quadrato; nucleo centrale è il chiostro su cui si sviluppano gli ambienti destinati alla vita comune dei monaci (ala dei monaci, ala conversi, cucina, refettorio ed ambienti di lavoro). L’esterno della chiesa di Santa Maria rispecchia le caratteristiche dell’architettura romanica nella muratura in laterizi, coronata da un fregio ad archetti pensili in cotto, oggi ancora visibile nella zona del transetto, delle cappelle e nel nucleo orientale. L’aspetto attuale della facciata si deve agli interventi della fine del XVII secolo. Il campanile si innalza all’incrocio dei bracci del transetto e risale alla seconda metà del XVI secolo. 
La chiesa ha una pianta a croce latina, internamente suddivisa in tre navate: i sostegni reggono volte a crociera costolonate nella navata centrale e nel transetto, a crociera semplice nelle navate minori; il coro voltato a botte, è formato da un’abside a terminazione rettilinea affiancata su ogni lato da due cappelle a pianta rettangolare. Il braccio destro del transetto comunica sia con la sacrestia, sia con il dormitorio dei monaci, al piano superiore, mediante una scala a doppia rampa. Con il XIV secolo inizia per l’Abbazia un periodo di forte crisi spirituale ed economica, sino a quando nel 1478 Sisto IV non muta l’Abbazia in Commenda, favorendone una rapida ripresa economica. A testimonianza di questo periodo di “rinascita” è custodita un’ importante ciclo di affreschi  attribuibile in parte al pittore d’ influenza lombarda  Franceschino Boxilio.

Gli Affreschi

Gli affreschi si caratterizzano in due linguaggi artistici ben distinti: il modello tardo gotico e quello rinascimentale, in cui dalla semplice decorazione si passa all’attenzione al reale, alla definizione razionale dello spazio al plasticismo delle forme ottenuto attraverso il colore e la luce. Nei dipinti dell’Abbazia si possono notare i mutamenti dallo stile degli affreschi sul fondo del presbiterio: nei più antichi le figure dei Santi sublimano nell’astrazione delle forme gotiche mentre in quelli del periodo più tardo vi è una nitidezza delle scene ed una maggiore cura della volumetria, tipica delle nuove correnti Rinascimentali. Occorre sottolineare che la pittura in quel periodo storico era caratterizzata da una forte connotazione votiva. Si spiega così la ripetuta di Santi come S. Antonio Abate, protettore delle attività agricole e dell’allevamento. S. Sebastiano e S. Rocco, invocati contro la peste, figure religiose di un mondo scandito da ritmi precisi legati alla semplice e sincera devozionalità e alla preghiera come forma di intercessione divina per sollevare dai mali e come conforto alla dura vita dei campi. L’origine Cistercense si esemplifica nelle numerose rappresentazioni di S. Bernardo di Chiaravalle, riformatore dell’Ordine Cistercense e di S. Benedetto, fondatore del monachesimo occidentale.

 

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